Zoologia
Le collezioni zoologiche, esaltate dal fascino dell’esposizione ottocentesca, raccolgono numerosi campioni di vertebrati naturalizzati (impagliati e montati in posizioni naturali), scheletri, esemplari in alcool, conchiglie di molluschi e scatole di insetti.
Particolarmente ricche sono le collezioni di uccelli (circa 3000 reperti) e mammiferi (quasi 700), con esemplari provenienti da tutti i continenti, tra cui moltissime rarità e una specie estinta.
Il valore delle collezioni del museo attrae numerosi studiosi italiani e stranieri, e costituisce materiale di studio per i ricercatori dell’Università di Siena.
Il laboratorio tassidermico, parte integrante del museo, garantisce la preparazione, la manutenzione e il restauro di tutti gli esemplari.
Nel pieno rispetto della legge e dell’etica oggi, a differenza del passato, i nuovi materiali acquisiti o preparati non derivano da catture ma solo da sequestri giudiziari e dal recupero di esemplari già morti.
Con circa 3000 esemplari (appartenenti a più di 800 specie), quella dei Fisiocritici è la terza raccolta ornitologica per importanza in Toscana. Essenzialmente costituita da esemplari naturalizzati, comprende la quasi totalità delle specie presenti nella nostra regione e moltissimi reperti esotici. Tra le rarità, due specie di pappagalli neozelandesi in pericolo di estinzione e il chiurlo boreale, ormai estinto.
La raccolta di mammiferi è, dopo quella degli uccelli, la collezione più importante della Sezione Zoologica (quasi 700 reperti riferibili a circa 150 specie). Il nucleo di specie esotiche comprende molti reperti di grande interesse: esemplari naturalizzati di ornitorinco, echidna, vari marsupiali, formichiere gigante, grandi felini e numerose scimmie. Completa la collezione una serie di scheletri montati, tra i quali primeggia per mole una giraffa.
La raccolta di mammiferi marini include oltre 140 esemplari, in gran parte non esposti. Il fiore all’occhiello è costituito da uno scheletro di balenottera comune lungo 15 metri, recuperato presso Piombino e montato nella corte interna. Altri reperti molto interessanti sono rappresentati da esemplari naturalizzati di tursiope e grampo, un feto di stenella in alcool e uno scheletro di cogia di Owen, appartenente al primo esemplare di questa specie rinvenuto nel Mediterraneo.
Comprende un piccolo numero di anfibi italiani e vari rettili europei ed esotici, naturalizzati o in alcool. Tra i preparati più notevoli un cilindro ottocentesco contenente una serie di girini a diverso stadio di crescita che riassume lo sviluppo larvale delle rane, dall’uovo all’adulto. Numerosi i reperti di specie esotiche: un carapace di testuggine raggiata del Madagascar, uno scheletro di pitone ed esemplari naturalizzati di camaleonte, varano, boa, pitone e coccodrillo.
Quasi tutto il materiale esposto è storico e costituito da specie che potevano essere recuperate nei mercati del pesce. Tra i reperti più importanti, specie ormai rare come la lampreda marina e lo storione, accanto a esemplari curiosi come il cavalluccio marino, la rana pescatrice e il pesce luna. La collezione include anche una piccola raccolta di pesci cartilaginei, tra cui uno squalo elefante di circa 3 m catturato presso Livorno nel 1976.
In esposizione una selezione di scatole di insetti appartenenti a collezioni storiche con esemplari locali ed esotici. Risaltano per colori e dimensioni farfalle e scarabei tropicali. Oltre alle scatole sono esposte alcune costruzioni di insetti sociali, come i nidi di vespa e ape, oltre a un favo di calabroni di notevoli dimensioni.
I numerosi reperti a secco e in alcool offrono una panoramica della biodiversità marina: nelle teche al centro del corridoio si osservano spugne (Poriferi), coralli e madrepore (Cnidari), spirografi (Anellidi), ricci di mare e stelle marine (Echinodermi), crostacei (Artropodi) e ascidie (Cordati). Tra gli animali più grandi e curiosi, due limuli (invertebrati corazzati considerati dei fossili viventi), un grosso astice e un ladro dei cocchi, un enorme paguro tropicale che scala le palme per cibarsi dei loro frutti.
Comprende diverse centinaia di variopinte conchiglie, provenienti soprattutto dai Tropici e dal Mediterraneo. Include anche una raccolta ottocentesca di molluschi terrestri e di acqua dolce della Toscana e alcuni preparati in alcool. Tra gli esemplari più interessanti figurano una collezione di cipree, conchiglie dal guscio decorato con incisioni (tra cui uno “shankha” usato nei rituali induisti) e un’enorme tridacna gigante, affidata al Museo in seguito a un sequestro doganale.
La raccolta è formata da esemplari conservati in alcool, costituiti prevalentemente da parassiti intestinali, tra cui tenie (Platelminti) e ascaridi (Nematodi). Completa questa collezione una ricca raccolta di preparati didattici in cera, illustranti alcune delle specie più importanti per la salute umana e degli animali domestici.
Anche tu puoi contribuire alla loro conservazione