Il Museo

UN MONASTERO MILLENARIO

Quasi 300 anni di storia

Il Museo di storia naturale dell’Accademia dei Fisiocritici (conosciuto anche con l’acronimo di MUSNAF) costituisce parte integrante dell’Accademia, insieme alla Biblioteca e all’Archivio storico, ed è collocato dal 1814 nell’ex convento di Santa Mustiola, appartenuto all’ordine camaldolese e risalente al XII secolo. Il museo riveste un ruolo primario nella realizzazione degli scopi istituzionali dell’Accademia, quali la divulgazione della scienza e la promozione della tutela dell’ambiente.

È articolato in quattro sezioni principali (geologica, zoologica, anatomica e botanica) e in una serie di raccolte minori. Le collezioni in esposizione sono situate per la maggior parte sui due piani delle gallerie del chiostro che circonda una corte in cui si trova un pozzo risalente alla fine del XVI secolo; altre raccolte si trovano in alcune sale del piano terreno e nei locali del seminterrato.

Il fascino di un criterio ostensivo ottocentesco è mantenuto inalterato dalla sistemazione delle collezioni in antiche vetrine, tale da rendere adeguata la definizione di “museo nel museo”. Grazie alla provenienza prevalentemente regionale delle collezioni, il museo può essere definito una “finestra” da cui osservare la storia naturale della Toscana meridionale.

L’Accademia dei Fisiocritici nasce a Siena nel 1691. Il nucleo originario del Museo si data alla seconda metà del XVIII secolo: è molto probabile che in precedenza i Fisiocritici possedessero solamente strumentazione scientifica, accumulata fra la fine del Seicento e i primi del Settecento, a cui successivamente si sarebbero aggiunte importanti collezioni di produzioni naturali del territorio senese, costituite da minerali, rocce e fossili. L’incremento delle raccolte museali continuò quindi sia con l’acquisto, sia con numerose donazioni, durante tutto l’Ottocento e il Novecento e prosegue tuttora. Dopo la Seconda guerra mondiale il museo fu chiuso al pubblico e fu riaperto solo nel 1972, al termine dei lavori di ristrutturazione della sua sede. Negli anni 2000 l’edificio fu reso totalmente accessibile ai disabili; contemporaneamente furono recuperati i locali del seminterrato, trasformandoli in una prosecuzione del percorso museale con spazi per mostre temporanee ed esposizioni permanenti. Attualmente il Museo prosegue la sua opera di informatizzazione delle collezioni e utilizza le nuove tecnologie per superare gli ostacoli di un’esposizione di tipo ottocentesco: ha infatti prodotto cataloghi pubblicati online, un percorso di touch screen e cornici digitali nelle varie sale, così da ampliare la fruibilità e favorire tutti i tipi di pubblico.

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