Geologia

Le sezioni del Museo

Geologia

La Sezione Geologica comprende ricche raccolte di minerali, rocce e fossili.
I numerosi minerali esposti provengono da vari paesi ed offrono una panoramica generale della geodiversità globale; le collezioni di rocce hanno invece interesse prevalentemente locale (provincia di Siena, Monte Amiata e miniere della Toscana meridionale). Tra i pezzi più appariscenti, un geode di ametista viola del diametro di oltre mezzo metro.
I fossili provengono prevalentemente dalla Toscana meridionale e coprono un arco temporale compreso tra il Carbonifero (circa 300 milioni di anni fa) e l’Olocene (epoca che va da circa 12.000 anni fa ad oggi). Gran parte dei reperti proviene però dal Bacino Pliocenico di Siena, l’esteso mare che ricopriva questo territorio tra i 5 e i 3 milioni di anni fa circa. Tra i reperti non toscani, i peli di un cucciolo di mammuth siberiano e tre denti di megalodonte, un gigantesco squalo ormai estinto.

La collezione consiste in 60 campioni di sedimenti ocracei vivacemente colorati (dal giallo al marrone, fino a tonalità sul rosso, sull’arancio e sul verde), in passato utilizzati come coloranti naturali di qualità. Più conosciute come “terre di Siena”, le terre bolari presenti nel Museo hanno avuto origine circa 150.000 anni fa dall’attività di alcuni batteri in piccoli bacini lacustri della zona del Monte Amiata.

I 23 esemplari esposti rappresentano tutti i tipi di pietre ornamentali (“marmi” in senso merceologico) impiegate nella costruzione della cattedrale senese (XII-XIV secolo). Le pietre scure sono “serpentiniti” estratte in vari distretti toscani, mentre il “rosso ammonitico” proviene da Gerfalco (Grosseto) e i marmi veri e propri dalla Montagnola Senese. La conoscenza dei differenti litotipi e delle cave di origine è essenziale per realizzare interventi di manutenzione dell’edificio.

Questa raccolta offre una panoramica sulla biodiversità degli invertebrati che vivevano nel bacino pliocenico di Siena tra 5 e 3 milioni di anni fa circa: tra i reperti esposti madrepore, resti di crostacei, teche di ricci di mare, una stella marina quasi completa e soprattutto centinaia di conchiglie di molluschi, alcuni dei quali tipici di mari tropicali o subtropicali ed oggi non più presenti in Mediterraneo.

L’esteso mare che ricopriva il territorio senese alcuni milioni di anni fa ha prodotto sedimenti ricchi in fossili di vertebrati: nelle vetrine si osservano denti di squalo, resti di un mammifero marino affine all’attuale dugongo, denti e vertebre di delfini, ossa di balene. Notevoli sono i grossi reperti di una balena rinvenuti in pieno centro a Siena nel 1854.

I numerosi resti di mammiferi terrestri risalgono soprattutto al Pliocene (5,3-2,6 milioni di anni fa) e al Pleistocene (2,6 milioni-12.000 anni fa) e testimoniano condizioni climatiche diverse dalle attuali. Dai dintorni di Siena provengono rinoceronti, cervi, cavalli ed elefanti; dalla Val di Chiana ippopotami e mammut; dal Valdarno Superiore antilopi, bisonti, orsi e iene. Alla parete sono esposti peli di un mammut vissuto oltre 10.000 anni fa e rinvenuto nel permafrost della Siberia.

La sala dedicata all’abate Ambrogio Soldani (1736-1808), considerato un pioniere della micropaleontologia e della biologia marina, raccoglie vari materiali legati alla sua attività di scienziato: un frammento della pioggia di meteoriti caduta vicino a Siena nel 1794, copie delle sue opere principali e una cassettiera ottocentesca che custodisce la sua raccolta di microfossili, disposti in vasi di vetro e preparati da microscopia.

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